Giovedì 8 marzo sono venuti a trovarci, nella
nostra scuola, i missionari della comunità di Villaregia che ci hanno proposto
un incontro di sensibilizzazione ai temi dell’accoglienza.
Padre Mariano, proveniente dal Porto Rico e Luigina, originaria di Treviso, ci hanno
introdotto nei viaggi della speranza che tanti immigrati affrontano, partendo
dal nostro vissuto, dalla nostra idea di viaggio che è decisamente diversa
dalla loro.
La comunità di Villaregia ha attivato da qualche anno un progetto di
ospitalità dei rifugiati chiamato “Intrecciati”: esso rappresenta una risposta
alla sfida dell’immigrazione per umanizzare l’ospitalità e favorire
l’inclusione sociale di chi scappa dalla povertà, dalla guerra e dalle
persecuzioni alla ricerca di una vita migliore.
Attualmente, sono accolti ben undici rifugiati che si sono lasciati
alle spalle la famiglia, i sogni e gli affetti.
Partendo dal Ghana o dal Niger, tutti hanno dovuto attraversare in
camion il deserto del Sahara e, arrivati in Libia, hanno conosciuto l’orrore
del carcere dove privazioni e torture non mancano di certo.
L’attraversamento del Mediterraneo è avvenuto a bordo di gommoni
stipati che odorano di morte ma anche di speranza.
Questo incontro è servito ad aprirci gli occhi su una realtà a noi
sconosciuta, fatta di miseria, totale mancanza di prospettiva per il futuro,
disumanità: noi non possiamo neanche immaginare cosa possa significare vivere
in un Paese dove la vita è in pericolo!
Empaticamente, abbiamo potuto percepire loro
tristezza dei giovani immigrati e abbiamo anche riflettuto su quanto possano
far star male i pregiudizi infondati che spesso riserviamo loro.
Grazie a queste testimonianze, abbiamo potuto dar voce, sentimento e
dignità a tutti coloro che, con grande difficoltà, scelgono di intraprendere
questo viaggio.
Alla fine, eravamo tutti colpiti e storditi da ciò che avevamo
ascoltato: la verità può far male, ma è l’unica possibilità che abbiamo per
vivere al meglio la realtà.