martedì 27 marzo 2018

LA NOSTRA LEZIONE DI CITTADINANZA


Sabato 24 marzo alle ore 10:00, la nostra classe ha raggiunto la tappa più importante dell’itinerario! Grazie all’autorizzazione del Sindaco del nostro paese, abbiamo presentato tutto il progetto “Viaggi e Miraggi” nell’Aula Consiliare del Municipio, alla presenza sia degli ospiti che ci hanno onorato con la loro presenza, che hanno dato un senso ai nostri dubbi e/o alle nostre domande e che hanno arricchito la nostra esperienza con le loro interessanti testimonianze, sia dei nostri genitori che positivamente sorpresi hanno osservato noi figli con orgoglio e commozione.

Il momento è stato davvero emozionante per tutti e anche per noi, nonostante le continue prove fatte precedentemente per perfezionare ogni particolare dell’evento pubblico che ha dato lustro non solo alle attività svolte, ma al nostro stare insieme, al nostro aver condiviso ogni attimo inteso come opportunità di crescita personale e collettiva!
Ognuno, con il massimo dell’impegno, ha presentato una fase del progetto con l’intento di spiegare al pubblico presente tutto quello che è stato fatto in questi mesi, cosa abbiamo prodotto, cosa abbiamo imparato, quanto significativo sia stato tutto il percorso per ciascuno e per la classe!
Ci siamo scoperti cittadini attivi e responsabili di un mondo che continuamente muta e del quale dobbiamo costruire parti migliori, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che con coraggio e determinazione impareremo a superare crescendo, certi che il domani sarà migliore per noi e per tutti gli esseri umani, da nord a sud, da Londra a Tokyo, da Mosca a Melbourne, nella speranza che il sogno si avveri e cioè che “un giorno tutti gli uomini  scoprano di essere stati creati uguali” (cit Martin Luther King).
La strada da percorrere, dunque, è irta e faticosa ce ne rendiamo conto, ma abbiamo compreso durante questo lavoro a scuola, insieme ai nostri insegnanti, che è possibile percorrerla.
La raccomandazione che rivolgiamo a noi stessi e a tutti, come diceva Madre Teresa di Calcutta, è imparare a non giudicare perché se incorriamo nell’errore di farlo, non avremo tempo di amare!

Eccoci pronti per la nostra lezione!

La prof.ssa Caniato presenta il progetto al pubblico

Si comincia...

ognuno ha la propria parte da presentare

siamo emozionati ma ce la stiamo cavando piuttosto bene..... 

il saluto del nostro sindaco dott.ssa Maura Veronese

ringraziamo il pubblico così attento

una foto di gruppo

sorriso per tutti, è andato tutto bene...

una foto con Gibril e i nostri cartelloni.



mercoledì 21 marzo 2018

“Se conosco, non ho paura”: lezione di cittadinanza aperta al territorio


Lo avevamo promesso: anche noi dovevamo fare qualcosa per promuovere il cambiamento.
Detto… fatto!
Abbiamo deciso che sabato 24 terremo una lezione di cittadinanza aperta a tutti: ad Amnesty International, a tutte le autorità che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio, ai nostri compagni di scuola, ai genitori, ai cittadini.
Sarà un’occasione importante per presentare il nostro lavoro e per sollecitare l’impegno e la partecipazione di tutti.
Il sindaco, che si è sempre dimostrato sensibile e partecipe e ci ha già aperto le porte di “casa sua” altre volte, ci ha addirittura messo a disposizione l’aula Consiliare!

LA NOSTRA LETTERA AL PAPA


Con la nostra insegnante di religione, abbiamo letto il “Messaggio del Santo Padre Francesco per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018”. Dal testo emerge che le azioni che possiamo attivare in risposta alla richiesta di aiuto dei richiedenti asilo sono essenzialmente quattro: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Noi riteniamo che il nostro progetto ci abbia offerto delle concrete occasioni di incontro con persone immigrate e siamo consapevoli che la conoscenza reciproca e il dialogo abbiano fugato molti pregiudizi che anche noi avevamo.
Ora lavoreremo per promuovere azioni di sensibilizzazione ai temi dell’immigrazione e dell’accoglienza.
In risposta alle parole del Papa, gli abbiamo scritto una lettera di cui vogliamo condividere con voi alcune parti.




lunedì 19 marzo 2018

Le nostre interviste in un WordArt


Questo progetto ci ha portato a incontrare importanti istituzioni e associazioni presenti nel nostro territorio. Sentire persone con competenze diverse che affrontano lo stesso problema con una pluralità di punti di vista ci ha confermato la complessità della questione dell’immigrazione e dei richiedenti asilo. Tutti gli incontri ci hanno regalato emozioni, tutti i testimoni ci hanno riportato le loro esperienze e i loro pensieri. Eppure, in tutti i loro discorsi abbiamo trovato delle parole chiave comuni, queste: uomini, diritti, collaborazione, umanità, difesa, difficoltà, aiuto, cittadini, dovere, sofferenza, vita.
Abbiamo voluto sintetizzare questo messaggio comune grazie a un WordArt che rappresenta un cuore centrale, dove primeggiano le parole “uomini” e “umanità”, sostenuto da due mani che rappresentano l’aiuto, la collaborazione, i diritti umani. Il nostro disegno vuole essere una spinta verso la promozione  di un dialogo tra le diverse culture, assumendo la diversità come paradigma dell’identità stessa nel pluralismo, come occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze.
Ecco il nostro WordArt:


domenica 18 marzo 2018

DAL MALI ALL'ITALIA, IL VIAGGIO DELLA SPERANZA


Mercoledì 14 marzo abbiamo restituito la visita a padre Mariano e a Luigina e li abbiamo raggiunti all’interno della loro comunità di Villaregia.
Lì abbiamo conosciuto Maura, proveniente dal Perù e anche Gibrin, scappato dal Mali per venire in cerca di fortuna in Italia.
Gibrin ci ha descritto la sua fuga forzata dalla sua terra, ma anche il dolore per la perdita, durante il viaggio, del padre.
Abbiamo vissuto, attraverso il suo racconto, la sua rotta attraverso il Sahara e la tappa forzata in Libia, dove ha conosciuto ogni forma di violenza e di privazione.
Il suo viaggio della speranza ha avuto una conclusione felice, perché è stato accolto all’interno della comunità di Villaregia e ha conosciuto tante persone disposte ad aiutarlo.
Di Gibrin ci hanno colpito la velata malinconia che permane nei suoi occhi nonostante il peggio sia ormai passato.
Abbiamo quindi svolto, tutti insieme, un gioco che ci ha indotti a riflettere sulle barriere linguistiche ma abbiamo poi scoperto l’importanza di sentirci tutti fratelli nonostante le diversità culturali.




giovedì 15 marzo 2018

Siamo tutti figli di immigrati


Nel nostro percorso non potevamo fare a meno di guardare al passato!
La storia narra che anche noi Italiani siamo stati un popolo di migranti e per questo abbiamo ricercato insieme informazioni circa i motivi per i quali i nostri antenati si sono spostati dalla propria terra natia in altri stati, in cerca di un futuro migliore.
 Abbiamo scoperto in primo luogo che l’emigrazione ha interessato sia le regioni settentrionali, sia quelle meridionali e che ha riguardato diversi ceti sociali: contadini, artigiani, operai e individui che non si riconoscevano più nella nazione che si andava costruendo.
 Le prime destinazioni, come attestano le nostre ricerche, sono state il Brasile e l’Argentina, mentre a partire dagli inizi del 1900 le mete sono diventate le città industriali degli Stati Uniti dove ci si recava con l’ambizione di migliorare la propria vita.
Confrontando, successivamente, dati e notizie abbiamo constatato che oggi i processi migratori hanno cause diverse; ai fattori economico-sociali, che provocano guerre, disordine, persecuzioni, si sono aggiunti la diffusione del modus vivendi dell’Occidente, l’emancipazione, il desiderio di libertà, la voglia di cambiare, aspetti questi ultimi che hanno causato e causano ancora soprattutto il cambiamento delle aspettative dei giovani.

domenica 11 marzo 2018

Quando le promesse della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo vengono disattese…


La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo rappresenta un documento di portata storica per l’umanità, in quanto offre la promessa di una vita dignitosa, in cui ogni individuo possa godere di standard di vita adeguati.
Dopo l’incontro con padre Mariano e Luigina della comunità di Villaregia, in classe abbiamo letto i trenta articoli della Dichiarazione e individuato i diritti che, sulla base delle loro testimonianze, sono stati negati ai ragazzi immigrati che ospitano.
Questo ci ha indotto a riflettere sugli squilibri che regolano il sistema-mondo e abbiamo dedotto che la povertà implica una negazione di questi diritti e, di conseguenza, la negazione della dignità umana.
Anche l’esercizio arbitrario del potere statale determina la mancata osservanza dei diritti umani: tutte le persone dovrebbero poter accedere a polizia, tribunali e ricever parità di trattamento; in realtà questo non è scontato in tutti i Paesi.
E che dire delle oltre 150 guerre che si sono combattute dal 1948, originando milioni di morti e di rifugiati?
A questo punto ci siamo interrogati su quale può essere il nostro ruolo ora.
Ne è derivata una naturale volontà a dare il nostro contributo per sviluppare un maggior senso di solidarietà verso gli altri: in fin dei conti, anche se ancora piccoli, anche noi possiamo diffondere il nostro messaggio ed è ciò che stiamo facendo.
TUTTI GLI UOMINI DEVONO E POSSONO BATTERSI PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI, TROPPO SPESSO VIOLATI, NESSUNO DEVE SOTTRARSI A QUESTA RESPONSABILITA’!
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Intrecciati: una risposta alla sfida dell’integrazione


Giovedì 8 marzo sono venuti a trovarci, nella nostra scuola, i missionari della comunità di Villaregia che ci hanno proposto un incontro di sensibilizzazione ai temi dell’accoglienza.
Padre Mariano, proveniente dal Porto Rico e   Luigina, originaria di Treviso, ci hanno introdotto nei viaggi della speranza che tanti immigrati affrontano, partendo dal nostro vissuto, dalla nostra idea di viaggio che è decisamente diversa dalla loro.
La comunità di Villaregia ha attivato da qualche anno un progetto di ospitalità dei rifugiati chiamato “Intrecciati”: esso rappresenta una risposta alla sfida dell’immigrazione per umanizzare l’ospitalità e favorire l’inclusione sociale di chi scappa dalla povertà, dalla guerra e dalle persecuzioni alla ricerca di una vita migliore.
Attualmente, sono accolti ben undici rifugiati che si sono lasciati alle spalle la famiglia, i sogni e gli affetti.
Partendo dal Ghana o dal Niger, tutti hanno dovuto attraversare in camion il deserto del Sahara e, arrivati in Libia, hanno conosciuto l’orrore del carcere dove privazioni e torture non mancano di certo.
L’attraversamento del Mediterraneo è avvenuto a bordo di gommoni stipati che odorano di morte ma anche di speranza.
Questo incontro è servito ad aprirci gli occhi su una realtà a noi sconosciuta, fatta di miseria, totale mancanza di prospettiva per il futuro, disumanità: noi non possiamo neanche immaginare cosa possa significare vivere in un Paese dove la   vita è in pericolo!
Empaticamente, abbiamo potuto percepire   loro tristezza dei giovani immigrati e abbiamo anche riflettuto su quanto possano far star male i pregiudizi infondati che spesso riserviamo loro.
Grazie a queste testimonianze, abbiamo potuto dar voce, sentimento e dignità a tutti coloro che, con grande difficoltà, scelgono di intraprendere questo viaggio.
Alla fine, eravamo tutti colpiti e storditi da ciò che avevamo ascoltato: la verità può far male, ma è l’unica possibilità che abbiamo per vivere al meglio la realtà.






giovedì 8 marzo 2018

A tu per tu con l’avvocato


Giovedì 1 marzo abbiamo incontrato a scuola l’avvocato Pietropolli. 
Anche questo incontro, insieme ai precedenti che hanno scandito le tappe del nostro viaggio fino a questo momento, è stato davvero interessante perché ci ha aiutati a comprendere il significato di alcuni termini che sentiamo e leggiamo spesso, a proposito di immigrazione. 
Con semplicità l’avvocato ha risposto alle nostre domande soffermandosi su concetti complessi quali: cittadinanza, decreto di espulsione, assistenza sanitaria, status, carta di soggiorno, che effettivamente non sono così facili da comprendere. 
Ma noi ci stiamo impegnando e stiamo allargando i nostri orizzonti proiettando le nostre menti, gradatamente, verso nuove conoscenze per essere un giorno capaci di superare il muro del pregiudizio e di dimostrare di essere come chiunque “cittadini del mondo” con le proprie esperienze, la propria religione, il proprio colore di pelle, la propria VITA.

sabato 3 marzo 2018

Noi, cronisti di classe


Il nostro plesso “Pio XII” da alcuni anni partecipa all’iniziativa del quotidiano “Il Resto del Carlino” che permette agli studenti di diventare veri e propri giornalisti e di scrivere alcune pagine di giornale, offrendo loro la possibilità di diventare cittadini davvero consapevoli.
Noi alunni di 1 E abbiamo già presentato con orgoglio il nostro progetto “Viaggi e miraggi”, ma ora abbiamo voluto sintetizzare le nostre interviste al Prefetto, al Sindaco della nostra città e agli operatori di Amnesty International, che ci hanno indotto a riflettere sul valore dell’accoglienza e dell’integrazione.
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