Esistono le razze umane?
Quando abbiamo
posto questo interrogativo alla nostra professoressa di scienze, lei ha colto
subito l’occasione per rispondere in
maniera rigorosamente logica e razionale alla nostra domanda e ha organizzato
un percorso laboratoriale che ci ha condotti a comprendere il concetto di
genoma.
Dopo aver studiato la cellula e i suoi organelli, abbiamo lavorato in
laboratorio, preparando dei vetrini e visionandoli al microscopio. Questo primo
step si è concluso con la realizzazione di alcuni modelli di cellule da parte
di gruppi diversi di alunni.
Abbiamo quindi affrontato lo studio del DNA
e della genetica e in laboratorio siamo riusciti ad estrarre il DNA dalla
frutta, visionandolo al microscopio.
A questo punto, la professoressa ha
ritenuto che fossimo pronti per ricevere una risposta al nostro interrogativo
iniziale.
Ci ha spiegato che il termine razza non è
assolutamente scientifico: l’uomo è da sempre in continuo movimento, di
conseguenza non è mai stato possibile ottenere varietà genetiche distinte.
Il
genetista Luca Cavalli Sforza ha demolito i fondamenti biologici del concetto
di razza, basandosi proprio sul fatto che le civiltà non sono mai state strutture
chiuse e isolate.
Il nostro DNA non può mentire: esso ci
svela che le nostre differenze sono quisquilie, in termini genetici. A
separarci dagli altri esseri umani c’è, infatti, una percentuale davvero minima
del genoma: circa lo 0,1%. Inoltre, ogni popolazione conserva al suo interno
quasi il 90% della variabilità genetica della nostra specie.
Bastano questi
semplici dati a dimostrare che è assolutamente inutile voler stabilire delle
differenze tra le razze umane.
Guarda qui le immagini relative al nostro
laboratorio: